“Le vie Cave degli Etruschi”
Viaggio di trekking fotografico a cura di Michele Del Vecchio
da venerdì 14 a lunedì 17 giugno 2024
E’ un viaggio fotografico pensato da Michele Del Vecchio, fotografo ed amante del trekking, per far vivere ad altri appassionati (max 7 partecipanti) l’incanto di paesaggi dalla natura incontaminata, scenari fiabeschi, deliziosi borghi medievali, incontrando persone genuine del luogo, senza trascurare la squisita enogastronomia della Maremma.
CHI PUò PARTECIPARE
Il viaggio di trekking fotografico “Le Vie Cave degli Etruschi” è strutturato in quattro giorni. I due giorni centrali (sabato e domenica) saranno incentrati sul trekking. Siamo tra Alto Lazio e Maremma Toscana. Cammineremo per una ventina di km al giorno, attraversando Scavi Archeologici, Necropoli, fitti boschi, borghi tufacei e meravigliose “Vie Cave”, i sentieri misteriosi e mistici scavati dagli antichi Etruschi. I percorsi di trekking sono di difficoltà “facile”, segnati dal CAI, saranno seguite le mappe con geolocalizzazione. Il Viaggio è quindi destinato ad appassionati, in buona salute che abbiano già praticato del trekking; non è consigliato a chi dovesse essere alla prima esperienza. Un mese prima della partenza, l’organizzatore Michele Del Vecchio incontrerà i partecipanti per fornire la sua esperienza pregressa e poter fornire tutti i consigli su come preparare al meglio il viaggio e sull’attrezzatura con cui partire.
PROGRAMMA DEL VIAGGIO
VENERDì 14 GIUGNO 2024
ORVIETO, CIVITA DI BAGNOREGIO e GROTTE DI CASTRO
- h.09:00: partenza da Napoli in automobile
- h:12:00: arrivo ad Orvieto, visita alla splendida cittadina con visita al Duomo ed al centro storico.
- h.16:00: visita a Civita di Bagnoregio, la “Città che muore”
- h:18:00: arrivo al paese di Grotte di Castro, sistemazione nel “108b&b”, visita al borgo.
- h.20:00: Cena e preparazione per il trekking del giorno successivo
- dopo cena: visione ed analisi critica delle foto scattate dai partecipanti
Da vedere
Orvieto, tremila anni di storia
È una delle più belle città d’ltalia. ll DUOMO, uno dei capolavori dell’architettura gotica italiana, fu costruito per celebrare il miracolo eucaristico di Bolsena. Fu iniziato in forme romaniche nel 1290, su progetto di Arnolfo di Cambio, e continuato in stile gotico; la splendida facciata, terminata solamente nel XVI secolo, è un vero gioiello, ricca di sculture e splendente di mosaici. Nell’interno, ampio e luminoso, si aprono diverse cappelle, tra cui sono imperdibili quelle di San Brizio, uno dei capisaldi della pittura rinascimentale italiana, e quella del corporale, realizzata intorno al 1350 per conservare il corporale insanguinato della miracolosa Messa di Bolsena.
Vicino al duomo, di grande interesse è il MUSEO DELL’OPERA DEL DUOMO. La CHIESA DI SANT’ANDREA, edificata tra l’Xl e il XII secolo su un’antica chiesa paleocristiana, fu completata soltanto nel Trecento. SAN GIOVENALE è una chiesa romanica rimaneggiata nel Duecento, con un massiccio campanile che sporge a fianco della rustica facciata. La CHIESA DI SAN DOMENICO fu iniziata nel 1223 ed è una delle prime chiese dell’ordine dei domenicani; al suo interno conserva la cattedra da cui insegnò san Tommaso d’Aquino.
ll PALAZZO DEL POPOLO è un imponente edificio romanico-gotico costruito tra il XII e il Xlll secolo. L’originalissimo POZZO DI SAN PATRIZIO fu costruito per ordine di papa Clemente VII, per dotare la citta di una riserva d’acqua in caso d’assedio. Di forma cilindrica, e profondo 62 metri, formato da due scale elicoidali, sovrapposte e indipendenti, di 248 gradini sulle quali s`affacciano 72 finestre. Il tufo della rupe su cui sorge Orvieto ha consentito agli abitanti di scavare, nel corso di tremila anni di storia, un incredibile numero di cavità al di sotto del tessuto urbano. Con la visita guidata della ORVIETO UNDERGROUND è possibile conoscere quest’affascinante mondo ipogeo che, attraverso un succedersi di cunicoli, scale, passaggi inattesi, stanze sovrapposte, ci racconta l’incredibile storia di questa “città sotterranea”.
Orvieto sorge su un’enorme rupe tufacea a dominio di un eccezionale crocevia tra Nord e Sud della Penisola. La posizione deve aver impressionato gli etruschi, che intorno all’\/III secolo a.C. vi edificarono una delle più fiorenti città della loro cultura. Velzna, Volsinii per i romani, ebbe infatti un ruolo primario nella Dodecapoli etrusca (un`alleanza economica, religiosa e militare tra le dodici più importanti città-stato etrusche), e si ritiene che si trovasse qui l’importante santuario etrusco di Fanum Voltumnae. La città raggiunse il massimo splendore tra il VI e il IV secolo a.C. All’inizio del III secolo a.C. si verificarono violenti dissidi sociali che indussero i nobili a chiedere aiuto ai romani. Questi nel 264 a.C. inviarono l’esercito a Volsinii che, dopo essere stata depredata delle sue ingenti ricchezze, fu rasa al suolo, e gli abitanti sopravvissuti deportati nella citta di Volsinii Novi, l’attuale Bolsena. La rupe venne ripopolata solamente in epoca altomedievale, in seguito alle invasioni barbariche. A causa della sua particolare posizione strategica fu contesa da tutte le popolazioni che si succedettero nel dominio della Penisola: fu dei goti, passò ai bizantini, e successivamente divenne longobarda. Poco prima dell’anno Mille la citta si ampliò con la costruzione di fortificazioni, palazzi, torri e chiese. Urbs Vetus, costituitasi in libero Comune nel 1137, divenne un importante roccaforte guelfa, il suo dominio si estendeva dal monte Amiata fino a Orbetello. Nel XIII secolo, si verificò uno straordinario sviluppo demografico e urbanistico; il potere comunale tuttavia andò progressivamente indebolendosi, a causa delle continue lotte tra guelfi e ghibellini, cui si aggiungevano contese religiose e il diffondersi di eresie. Bonifacio VIII dovette procedere con scomuniche e interdetti per ridurre la città all’obbedienza; in seguito alla sua nomina come capitano del popolo, si avviò la costruzione del palazzo papale, e da allora furono numerosi i papi che risedettero a Orvieto. Alle turbolenze porranno fine il flagello della peste del 1348 e la consegna della citta al cardinale Albornoz nel 1354. Nel 1527 papa Clemente VII, rifugiatosi a Orvieto durante il sacco di Roma, fece realizzare il pozzo che sarà chiamato di San Patrizio, per garantire l’acqua alla città in caso di assedio. Nel corso del XVI e XVII secolo, sorsero imponenti palazzi rinascimentali e chiese barocche, che resero ancor più bella e preziosa Orvieto. Una città che vanta quasi tremila anni di storia, dove le testimonianze etrusche, romane, medievali e rinascimentali si fondono in modo del tutto unico e straordinario.
Grotte di Castro
ln eccezionale posizione panoramica sopra il lago di Bolsena, è di antica origine etrusca. l’insediamento, risalente al Vll secolo a.C., ebbe una certa importanza fino al Ill secolo a.C., quando entrò nei domini di Roma. Nelle sue vicinanze si trova l’interessante NECROPOLI DI PIANEZZE. Gli scavi archeologici hanno rinvenuto sia tombe “a cassone”, utilizzate per un solo defunto, sia tombe a camera monumentali, destinate a uno o più nuclei familiari; le sepolture, scavate nel tufo, sono disposte su terrazzamenti lungo il pendio.
ln centro storico, nel palazzo che un tempo ospitava il podestà, si trova il MUSEO ARCHEOLOGICO E DELLE TRADIZIONI POPOLARI, che custodisce un’interessante collezione di reperti etruschi. Il SANTUARIO DI SANTA MARIA DEL SUFRRAGIO, in stile barocco, fu edificato sopra una pieve dell’Vlll secolo; al suo interno si possono ammirare preziosi intarsi in legno e la statua lignea della Madonna del Suffragio, ritenuta miracolosa. Negli ambienti della primitiva pieve, nei sotterranei, è ospitata una raccolta di oggetti e paramenti sacri.
SABATO 15 GIUGNO 2024
Trekking da Grotte di Castro a Sorano
- h.07:00: colazione
- h.07:30: inizia il trekking da Grotte di Castro
- h.08:30: si passa per il borgo di Onano
- h.11:00: si passa attraverso l’insediamento rupestre di Vittozza
- h.13:30: arrivo al delizioso borgo di Sorano, sistemazione nell’Hotel “La Fortezza”, all’interno della Fortezza Orsini di Sorano che risale al XII secolo.
- h.13:30/17:30: relax
- h.17:30/19:30: tour fotografico per il borgo di Sorano
- h.20:00: Cena e preparazione per il trekking del giorno successivo
- dopo cena: visione ed analisi critica delle foto scattate dai partecipanti
Tappa bella e rilassante, che attraversa i magnifici paesaggi di Maremma ed entra nel “triangolo del tufo”, una zona ad altissima concentrazione di vie cave e altre importanti testimonianze etrusche. Splendido il passaggio attraverso l’interessante insediamento rupestre di Vitozza.
Da vedere
Onano
Le prime notizie del paese risalgono al Medioevo, quando gli abitanti di quattro villaggi della zona s’aggregarono per motivi difensivi. Subì alterne vicissitudini a causa del conflitto fra guelfi e ghibellini, e fu a lungo contesa fra i signori locali e la Chiesa per la sua posizione strategica, a cavallo tra Lazio e Toscana. Fu dominato dalla famiglia dei Monaldeschi; poi passo agli Sforza, che vi rimasero per tutto il periodo rinascimentale. Ritornato alla Chiesa nel Seicento, nel 1871 entrò nel Regno d’ltalia. Appena qualche anno prima aveva lasciato il paese per Roma, Marcantonio Pacelli, nonno del futuro Papa Pio XII,
che trascorse qui tutte le vacanze estive della sua infanzia. ll paese e dominato dall’imponente PALAZZO MADAMA, costruito nel Trecento con scopo difensivo. La CHIESA DI SANTA MARIA DELLA CONCEZIONE fu edificata nel 1784 sopra un precedente edificio romanico. Interessante è anche la CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE, in stile romanico, impreziosita nel XIV secolo da splendidi affreschi di scuola senese: notevole il dipinto della Vergine con il bambino.
Insediamento rupestre di Vìtozza
È un vasto complesso di oltre duecento grotte scavate nel tufo di un isolato costone roccioso, tra fitti boschi. La rupe fu abitata fin dalla protostoria, quando vennero realizzate le prime abitazioni, cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, pozzi e primitive opere di canalizzazione. Vìtozza ebbe nuovo impulso a partire dall’Xl secolo, quando le primitive abitazioni, i magazzini, i ripari per gli animali diedero origine a un vasto insediamento medievale. Di questo periodo restano tracce in un torrione circolare, ciò che resta del castello degli Aldobrandeschi, e nei ruderi della Chiesaccia, un tempo la più importante di Vìtozza. A partire dal Cinquecento, l’insediamento subì un progressivo spopolamento verso il vicino centro di San Quirico, e fu abbandonato definitivamente alla fine del Settecento. Per chi abbia spirito di avventura (e buon senso dell’orientamento), dall’area di Sant’Angiolino un sentiero, ripido e non attrezzato, scende alle sorgenti del torrente Lente: l’ambiente naturale di eccezionale bellezza rende la visita suggestiva.
Sorano
Il primo paese che s’incontra nella “triade” delle città del tufo sorge in una splendida area montuosa ricca di foreste. ll BORGO MEDIEVALE è abbarbicato su una scoscesa rupe tufacea, il MASSO LEOPOLDINO, in posizione dominante sopra la valle del torrente Lente. Caratteristiche sono le cosiddette case-torri con sviluppo verticale, le strade tortuose e ripide, gli slarghi, i vicoletti, le scalinate, i cunicoli che s’insinuano nel cuore del masso per decine di metri. ll quartiere e molto suggestivo e una terrazza sulla sommità dello sperone roccioso consente eccezionali vedute su Sorano, le gole vulcaniche e la valle del Lente. Nella parte alta del paese si trova l’imponente FORTEZZA ORSINI, un grandioso esempio di architettura militare del Rinascimento. All’interno, è ospitato il MUSEO COMUNALE DI SORANO, che espone numerosi esemplari di ceramiche, da quelle trecentesche fino alle rinascimentali. La CHIESA DI SAN NICOLA risale all’Xl secolo, ma gli elementi romanici vennero quasi del tutto cancellati dai restauri del Sette-Ottocento. All’interno sono custodite le reliquie di Santa Felicissima, un tempo patrona del paese; nei sotterranei c’è un`antica necropoli, e ciò ha fatto pensare che il luogo fosse considerato sacro prima dell’era cristiana. Sorano, situato sulle principali vie d’accesso alla valle del Fiora e al territorio senese, nel corso dei secoli si trovò ripetutamente al centro di contese, assedi e guerre: ciò gli diede il curioso appellativo di “zolfanello d’ltalia”.
DOMENICA 16 GIUGNO 2024
Trekking da Sorano a Pitigliano
- h.07:00: colazione
- h.07:30: inizia il trekking da Sorano, siamo nel pieno delle Vie Cave
- h.08:30: passiamo per Cava San Rocco, la prima cava che incontriamo
- h.10:30: attraversiamo la splendida tenuta della “Fattoria Aldobrandesca” dei marchesi Antinori, viticoltori da ventisei generazioni
- h.11:30: Parco Archeologico della Città del Tufo
- h.12:30: si passa attraverso il delizioso borgo di Sovana, una dei tre gioielli del “Triangolo del Tufo”, insieme a Sorano e Pitigliano
- h.13:30: arrivo a Pitigliano, la “Piccola Gerusalemme” e sistemazione nella casa vacanze “Le Antiche Viste”, con splendida vista sulla Maremma
- h.13:30/17:30: relax/shopping, bei negozi di artigianato locale
- h.17:30/19:30: tour fotografico per il borgo di Pitigliano
- h.20:00: Cena
- dopo cena: visione ed analisi critica delle foto scattate dai partecipanti
Tappa magnifica, che si sviluppa nel cuore del “triangolo del tufo”. La concentrazione di testimonianze archeologiche etrusche di quest’area non ha paragoni nel resto d’ltalia.
Percorreremo alcune tra le più belle vie cave, camminando in mezzo a una natura che commuove. Non meno spettacolari i paesi di Sovana e Pitigliano: due autentici gioielli, nei quali la storia ha lasciato testimonianze artistiche di grande fascino.
Da vedere
Via Cava e Necropoli di San Rocco
Dalle alte pareti scolpite nel tufo, si sviluppa per circa 600 metri immersa in una folta vegetazione, tra il torrente Lente e la chiesetta romanica di San Rocco. A breve distanza dalla chiesa si estende un complesso di grotte rupestri, frequentate fino al Medioevo, e una necropoli etrusca con tombe scavate nel tufo.
Parco archeologico Città del tufo
Inaugurato nel 1998 con l’obiettivo di tutelare e far conoscere l’importantissimo patrimonio storico-culturale dell’“area dei tufi”. ll complesso più spettacolare si trova intorno a Sovana, dove si trovano tombe monumentali, tra cui la famosissima TOMBA ILDEBRANDA, realizzata in epoca etrusca tagliando un grande masso tufaceo per ricreare l’aspetto di un tempio d’età ellenistica. Molto interessanti anche la TOMBA POLA e quelle del TIFONE, dei DEMONI ALATI, della SIRENA. La suggestione del luogo è alimentata anche dalla presenza di splendide vie cave: di particolare fascino sono la VIA CAVA DI SAN SEBASTIANO, stretta tra pareti alte più di 20 metri, VIA CAVA DI POGGIO PRISCA e il CAVONE, sulle cui pareti sono visibili incisioni di varie epoche, comprese croci con funzioni esorcistiche e una grande svastica, simbolo solare.
Sovana
È tra le mete più suggestive della Maremma tufacea. Fu sede vescovile fin dal IV secolo, e nel 935 divenne capoluogo della contea Aldobrandesca, che si estendeva dall’Amiata a tutta la Maremma. Nell’XI secolo diede i natali a lldebrando di Sovana, papa con il nome di Gregorio Vll, che ebbe un ruolo primario nella lotta tra Chiesa e Impero. Dopo alterne vicende, nell’epoca rinascimentale andò incontro a un lungo declino che ne ridusse la popolazione. La PIAZZA DEL PRETORIO, pavimentata con mattoni di cotto disposti a spina di pesce, è contornata da splendidi edifici medievali. Il Palazzo del Pretorio, ornato da grandi stemmi scultorei, è del Duecento; all’interno si trova il Museo archeologico.
Al centro della piazza si staglia il Palazzo dell’Archivio, anch’esso duecentesco. Ma l’edificio più rilevante della piazza è senz’altro la CHIESA DI SANTA MARIA, del XII-XIII secolo. Alle forme austere delL’esterno si contrappone un interno dall’atmosfera raccolta e di primitiva sacralità, le cui pareti sono impreziosite da pregevoli affreschi del Quattrocento. Proseguendo per via di Mezzo, si raggiunge il DUOMO, uno dei più importanti edifici romanici della Toscana. Si ritiene che l’area su cui sorge il duomo corrisponda all’antica acropoli etrusca, della quale ancor oggi sono visibili tratti delle antiche mura.
Pitigliano
Sembra scaturire dalla roccia, questo paese arroccato su un enorme masso vulcanico, in posizione straordinariamente panoramica. Pitigliano va osservata da lontano: il colpo d’occhio è originalissimo. Su tre lati le case, spesso sbilenche, allungate, strette le une alle altre in un disordine armonioso per sfruttare ogni metro a disposizione, s’affacciano sullo strapiombo della rupe; mentre sul quarto lato si innalza l’imponente fortezza degli Orsini. Il tufo è l’assoluto dominatore del borgo, lo si ritrova dalla base fino alla sommità della rupe.
Il PALAZZO ORSINI domina la parte alta del borgo, dove due terrazze panoramiche consentono un’eccezionale vista sulla valle del Meleta e su quella del Lente. ll palazzo ospita il MUSEO DIOCESIANO e il MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO. La visita del CENTRO STORICO permette di tuffarsi in un borgo medievale vivo e integro, in un intrico di vicoli, viuzze, piazzette. Il sottosuolo del paese è una seconda città, attraversata da cunicoli, pozzi, resti di tombe, cantine e antichi locali rupestri. Il GHETTO, dove fiorì la più importante comunità ebraica della Maremma, è organizzato intorno alla SINAGOGA, di struttura barocca. Sotto il tempio si trovano i locali per il bagno rituale, il forno delle azzime, la macelleria, la cantina kasher e la tintoria. La CHIESA DI SAN ROCCO, del Xll secolo, dedicata al patrono di Pitigliano, è la più antica del paese, e fu con ogni probabilità edificata sull’area sacra dell’acropoli etrusca: questo luogo sarebbe sacro da quasi tre millenni. ll DUOMO, dedicato agli apostoli Pietro e Paolo, risale all’epoca medievale, ma venne profondamente rimaneggiato a partire dal Cinquecento. Nel quartiere di CAPISOTTO, il più antico di Pitigliano, tra la chiesa di San Rocco e la Porta di Sovana, si trovano cantine monumentali scavate nel tufo, resti etruschi ed edifici di epoca medievale; dal “Finestrone”, una terrazza panoramica esposta a occidente, si gode uno dei più apprezzati panorami pitiglianesi. Dalla parte opposta del paese una scalinata scende al grande LAVATOIO MEDICEO, di epoca rinascimentale: sono ancora presenti le originali vasche in travertino, a fianco di una colonna in blocchi di tufo che sorregge un grandioso acquedotto.
Quest’imponente opera ingegneristica crea un effetto prospettico originale, contribuendo a formare quel colpo d’occhio che rende Pitigliano uno dei luoghi più pittoreschi d’ltalia.
La “piccola Gerusalemme”
Fin dal XII secolo Pitigliano fu abitata da una comunità ebraica, che crebbe e si consolidò durante il Cinquecento, a seguito delle restrizioni cui gli ebrei erano sottoposti nei confinanti Stato della Chiesa e Granducato di Toscana, dalle quali i piccoli feudi indipendenti, tra cui la Contea degli Orsini, restarono immuni. Le famiglie di ebrei che qui si rifugiavano potevano vivere liberamente ed esercitare le loro attività; il gruppo si affermò socialmente e culturalmente, al punto di erigere una sinagoga già nel 1598. Quando, ai primi del Seicento, le piccole contee vennero annesse ai Medici, gli ebrei furono confinati nei ghetti; ma ben presto la loro condizione migliorò, grazie al riconoscimento del loro importante ruolo sociale ed economico. Godettero di privilegi, tra cui quello di possedere beni stabili, cosa del tutto eccezionale all”epoca. Cosi, verso Pitigliano s’indirizzò una costante immigrazione di ebrei, e il movimento proseguì durante tutto il Settecento, quando la comunità pitiglianese rimaneva l’unica presenza ebraica in Maremma. Sotto i Lorena gli ebrei poterono perfino accedere parzialmente alle cariche comunali. Le condizioni favorevoli, conservatesi per secoli, resero possibile lo svilupparsi di eccezionali rapporti di convivenza tra la popolazione ebraica e quella cristiana, al punto che la cittadina venne soprannominata “piccola Gerusalemme”. Questo rapporto fu ancor più cementato da un singolare episodio del 1799, quando la maggioranza cristiana difese gli israeliti dai militari antifrancesi, che volevano saccheggiare il ghetto. Nel corso dell’Ottocento gli ebrei arrivarono a costituire il 12% della popolazione; fornirono rabbini ad altre comunità italiane, e pitiglianesi furono i fratelli Servi, fondatori del primo giornale ebraico italiano. Di Pitigliano fu anche Dante Lattes, una delle personalità più significative dell’ebraismo italiano del Novecento. Nel XX secolo le mutate condizioni economiche determinarono un’inesorabile emigrazione degli ebrei verso centri più grandi, finché le leggi razziali e le persecuzioni dell’ultima guerra accelerarono la fine della comunità, che si spense nel 1960 con la chiusura della sinagoga. Ma durante la guerra molti ebrei si salvarono grazie alla coraggiosa protezione dei pitiglianesi, che offrirono loro rifugio e assistenza malgrado ciò comportasse elevati rischi. Anche se oggi gli ebrei di Pitigliano sono ridotti a poche unità, il secolare rapporto di tolleranza, stima, spesso amicizia, tra cristiani ed ebrei continua in altre forme: dal restauro dei monumenti ebraici, alla scelta di produrre vino kasher nella cantina cooperativa, alla fondazione dell’associazione La piccola Gerusalemme, al fine di conservare e valorizzare il patrimonio artistico e culturale della comunità ebraica di Pitigliano.
Per approfondire’ www. lapíccolagerusalemme.it
[Le descrizioni dei luoghi sono prese dalla guida “Italia Coast to Coast” di Simone Frignani, editore Terre di Mezzo]
LUNEDì 17 GIUGNO 2024
Visita al borgo di Bomarzo ed al “Sacro Bosco”, il Parco dei Mostri di Bomarzo
- h.10:00: Transfer da Pitigliano a Grotte di Castro dove riprenderemo le nostre automobili.
- h:11:30: arrivo a Bomarzo: visita al Borgo e pranzo
- h:15:00/18:00: visita al Parco dei Mostri di Bomarzo
- Rientro a Napoli in serata
BORGO DI BOMARZO E PARCO DEI MOSTRI
Il Parco dei Mostri, denominato anche Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie di Bomarzo, in provincia di Viterbo, è un complesso monumentale italiano. Si tratta di un parco naturale ornato da numerose sculture in peperino risalenti al XVI secolo e ritraenti animali mitologici, divinità e mostri.
CHI ACCOMPAGNA: MICHELE DEL VECCHIO
Michele Del Vecchio è il direttore artistico e didattico di Spazio Tangram, spazio napoletano dedicato alla fotografie ed all’arte contemporanea, attivo a Napoli dal 2007. Ha maturato diverse esperienze didattiche, tra tutte ricordiamo il tutoraggio per il progetto “IG STUDENTS”.
Ha curato ed organizzato oltre 50 mostre fotografiche ed oltre 30 concorsi fotografici: tra i vari ricordiamo le collaborazioni col Comune di Napoli, con la Provincia di Napoli, con Ottica Sacco, con la Banca Popolare di Novara, con il Banco di Napoli, con Wine&TheCity, con l’Aeroporto di Capodichino e con il Palazzo delle Arti di Napoli per l’allestimento della mostra di Henri Cartier-Bresson. Cura personalmente anche i corsi di fotografia per ragazzi dai 12 ai 17 anni, dichiarando che sono “gli allievi che danno più soddisfazione!”
DOVE DORMIREMO
Michele Del Vecchio ha selezionato b&b ed hotel di cui già ha testato personalità la qualità delle location, servizi ed accoglienza.
PARTECIPANTI
Numero minimo: 4 / Numero massimo: 7
COSTO
Il contributo per il viaggio di trekking fotografico è di 500,00€ e comprende
- un fotografo accompagnatore, Michele Del Vecchio, che sarà sia guida nei sentieri di trekking, sia docente/tutor fotografico. Ogni sera visionerà ed analizzerà le fotografie scattate dai partecipanti.
- tre notti in camere doppie con colazione (formula b&b/hotel/casa vacanze)
- transfer privato in minivan da Pitigliano a Grotte di Castro
- un incontro precedente la partenza, in cui verranno dati consigli su attrezzatura, abbigliamento, ecc per affrontare al meglio il viaggio
- Se il materiale fotografico prodotto durante il viaggio verrà ritenuto interessante – Michele Del Vecchio curerà personalmente l’organizzazione di una mostra fotografica collettiva. I costi di stampa saranno a carico dei partecipanti.
La quota non comprende
- pranzi e cene
- viaggio da e per Napoli
- il prezzo dei biglietti a Musei, Palazzi Storici, Parchi, ecc
- tutto ciò non espressamente inserito nella dicitura “comprende”
PROMOZIONI*
- “You&Me”: se ci si iscrive in due, ognuno pagherà 480,00€ (invece di 500,00€)
- “Premio Fedeltà”: 480,00€ (invece di 500,00€) per chi già ha frequentato un nostro corso o workshop di fotografia
*le promozioni non sono cumulabili
ISCRIZIONI
Essendo il viaggio a numero chiuso (max 7 partecipanti), è necessario verificare disponibilità di posti telefonicamente allo 081.18.08.72.71, oppure tramite messaggio WhatsApp al 339.20.29.153, oppure via email ad info@spazio-tangram.it
Per formalizzare la partecipazione è necessario aver
- compilato e consegnato (o inviato) il modulo di iscrizione
- pagato metà della quota entro il 30 aprile 2024
- la restante metà andrà pagata entro il 31 maggio 2024
A questo link è possibile scaricare il modulo di iscrizione: www.spazio-tangram.it/moduli/modulo_iscrizione_viaggio_trekking_fotografico_vie_cave.pdf
MODALITA’ DI PAGAMENTO
E’ possibile effettuare il pagamento tramite bonifico bancario, contanti, bancomat/carta di credito.
ORGANIZZAZIONE
Spazio Tangram
Via Bonito 21/b | Napoli (all’interno del parco)
www.facebook.com/
INFORMAZIONI
Tel: 081.18.08.72.71
💬 WhatsApp: 339.20.29.153
✉ info@spazio-tangram.it
🌐 www.spazio-tangram.it